È dell’ 11 Agosto 2025 la notizia che Nvidia e AMD hanno concordato di versare al governo degli Stati Uniti il 15% dei ricavi derivanti dall’esportazione di due specifici chip per l’intelligenza artificiale destinati alla Cina, in cambio del rilascio delle licenze di esportazione necessarie. La vicenda — che è stata oggetto di un incontro tra il CEO di Nvidia, Jensen Huang, e il Presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca — oltre a essere una notizia geopolitica di primo piano, ha impatto diretto sui mercati valutari: il cambio USD/CNH è tra i primi a reagire a queste tensioni.

 

Per un algoritmo come Freyr FX, eventi così diventano terreno fertile: la volatilità e i breakout che ne derivano offrono più occasioni operative.

Perché la questione è esplosiva: tre angoli di lettura

Molte le reazioni sollevate, che si sono articolate lungo tre direttrici principali:

  • Sicurezza nazionale — Se le autorità statunitensi hanno già ritenuto necessario limitare l’export di chip per motivi di sicurezza, un accordo a pagamento mette in discussione la serietà e la coerenza di quell’argomentazione.
  • Politica industriale e fiscale — Un prelievo obbligatorio sulle vendite di specifiche aziende implica un atto di politica industriale molto mirato, che tradizionalmente trova opposizione nei settori più liberisti.
  • Percezione pubblica e legittimità — La formula adottata rischia di sembrare, agli occhi di molti, più simile a una transazione opportunistica o a un “payoff”, indebolendo la credibilità delle motivazioni ufficiali.

La questione della sicurezza nazionale

Negli ultimi anni, il governo degli Stati Uniti ha adottato restrizioni sempre più stringenti sulle esportazioni di semiconduttori avanzati verso la Cina, motivando tali misure con il rischio che tecnologie dual-use potessero rafforzare capacità militari o sistemi di sorveglianza. Da questo punto di vista, la concessione di licenze in cambio di una parte dei ricavi solleva domande essenziali:

  • Si tratta di una deroga motivata da considerazioni strategiche, cioè perché è considerato più vantaggioso lasciare che alcune vendite continuino per non isolare completamente il mercato cinese e mantenere la leadership tecnologica globale?
  • Oppure si tratta di una decisione motivata dall’opportunità di incassare entrate straordinarie, a discapito della coerenza della politica di sicurezza?

Al centro del dibattito c’è una frattura tra due modi diversi di guardare al problema: da un lato chi sostiene che mantenere l’accesso commerciale alla Cina sia un modo per preservare la leadership industriale e tecnologica degli Stati Uniti; dall’altro chi ritiene che la vendita di chip avanzati a potenziali avversari costituisca un rischio inaccettabile.

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Politica industriale e conservatorismo economico

La prospettiva di imporre un prelievo specifico e mirato alle società che esportano chip è un esempio di politica industriale “microgestita”. Tradizionalmente, i conservatori economici si oppongono a interventi di questo tipo, preferendo soluzioni generali come la tassazione uniforme o incentivi per la ricerca e lo sviluppo piuttosto che prese di posizione ad hoc sui singoli attori. Emerge chiaramente il conflitto interno: da una parte la tentazione — comprensibile per chi guarda ai conti pubblici — di incassare una somma significativa per ridurre il deficit; dall’altra l’obiezione che tali misure distorcono il mercato e potrebbero scoraggiare gli investimenti e la reinvestizione aziendale.

Un argomento ripetuto è che sarebbe preferibile che Nvidia e AMD reinvestano i profitti nelle loro attività produttive, nell’assunzione di personale o nell’aumento delle retribuzioni, piuttosto che trasferire una parte dei ricavi alle casse federali. Tuttavia, altrii sottolineano che le entrate straordinarie potrebbero essere utilizzate per politiche pubbliche strategiche o per finanziare contromisure di sicurezza nazionale, investimenti in infrastrutture tecnologiche o programmi sociali come il reddito di base universale (UBI), nel caso si volesse esplorare come mitigare l’impatto sociale dell’automazione.

Percezione pubblica: il rischio della “tangente”

Questo è forse l’aspetto più pericoloso: la narrazione politica e mediatica può trasformare un atto di regolazione commerciale in un’immagine di scambio improprio tra aziende private e potere pubblico. Anche se il governo adottasse la soluzione per motivi strategici condivisibili, la percezione di un accordo dove lo Stato incassa in modo mirato può minare la fiducia nelle istituzioni e nei criteri normativi, alimentando accuse di favoritismi o corruzione morale anche se non penalmente rilevanti.

Forex Impact: USD/CNH e le valute da monitorare

  1. Volatilità immediata: ogni tensione commerciale USA-Cina storicamente amplifica i movimenti dello yuan offshore (CNH).
  2. USD come valuta rifugio: la percezione di rischio geopolitico rafforza il dollaro nel breve termine.
  3. Pressione sullo yuan: la Cina, accelerando lo sviluppo “in casa”, potrebbe reagire con misure di politica monetaria che influenzano il cambio.

USD/CNH osservato speciale. Possibili spillover su altre valute asiatiche (JPY, KRW) legate all’hi-tech.

Trading Forex: geopolitica e tecnologia

Forex e geopolitica sono sempre intrecciati – come dimostra questo accordo Nvidia–AMD con il governo USA. Ma oggi, le tensioni globali non passano più soltanto da dazi e tariffe: il nuovo campo di battaglia è la tecnologia.
Chip, intelligenza artificiale e semiconduttori influenzano direttamente i mercati valutari globali, e ogni nuova restrizione o accordo bilaterale può diventare un catalizzatore di volatilità.

Per un trader manuale è complesso interpretare tutti questi segnali.
È qui che entra in gioco Freyr FX: il nostro algoritmo trasforma la complessità geopolitica in operatività concreta, sfruttando trend e movimenti improvvisi in tempo reale.